La fase 2 dell’emergenza Covid 19 entra finalmente nel vivo e tutte le attività commerciali, scaglionate per settore merceologico, riaprono i battenti secondo un calendario che inizia il 4 maggio.
A bar e ristoranti, però, toccherà aspettare almeno l’1 giugno, sempre che nel frattempo non ci sia un ulteriore aumento dei contagi.
Ecco tutto quello che è contenuto a tal proposito nel nuovo decreto:
La riapertura totale dei ristoranti
La riapertura di bar e ristoranti, dunque, è fissata al momento per il primo giugno, così da dare alle autorità la possibilità di verificare l’andamento dei contagi e di disporre eventuali nuove chiusure.
I locali di ristorazione, infatti, sono considerati fra quelli più pericolosi in assoluto data la vicinanza fra gli avventori e fra gli stessi e il personale di sala. Per questo motivo non era ipotizzabile un liberi tutti nella prima fase della fine del lockdown.
Al momento della riapertura, però, saranno abbastanza restringenti le norme di sicurezza che si dovranno rispettare per evitare sanzioni da parte della polizia e della guardia di finanza, anche se le regole saranno oggetto di un apposito vademecum che verrà rilasciato nei prossimi giorni.
Dalle informazioni che già trapelano, però, qualche anticipazione si può dedurre: innanzitutto sarà indispensabile mantenere le distanze di sicurezza di almeno un metro, sanificare costantemente gli ambienti e obbligare il personale di sala ad indossare durante il servizio guanti e mascherine.
Sono allo studio, poi, sistemi di contenimento maggiori come i divisori in plexiglas da applicare fra tavolo e tavolo ma anche fra le singole postazioni di uno stesso tavolo, soluzione già messa in atto da alcune famose catene di fast food.
Dal 4 maggio permesso d’asporto
Intanto, però, alcuni piccoli passi in avanti in attesa del primo giugno sono stati fatti. A partire, infatti, da lunedì 4 maggio sarà possibile per ristoranti e locali procedere con la vendita di cibo da asporto, possibilità che fino ad ora era stata proibita su tutto il territorio nazionale.
Anche in questo caso, però, sono abbastanza restringenti le misure di sicurezza che devono essere adottate. Innanzitutto si potrà entrare solo uno alla volta nei locali che fanno consegne da asporto, ordinare e consumare rigorosamente a casa propria. Il rischio secondo il Governo, infatti, è che si creino assembramenti all’esterno dei negozi quindi è indispensabile evitare tutte quelle situazioni che possano essere pericolose.
C’è l’obbligo, quindi, di mantenere le distanza nella fila al di fuori del locale rispettando la misura di almeno un metro fra una persona e l’altra, indossare guanti e mascherine e preferibilmente pagare con carta di credito o di debito contactless per evitare la manipolazione di denaro.
Naturalmente c’è sempre l’obbligo di sanificazione degli ambienti interni ai locali almeno due volte al giorno.
Se può esserti utile ecco già la lista dei ristoranti con i servizi di Asporto e/o Consegna a domicilio:
– Ristoranti da asporto a Rimini e Ristoranti con consegna a domicilio a Rimini
– Ristoranti da asporto a Riccione e Ristoranti con consegna a domicilio a Riccione
Oppure scegli la tua località ed aggiungi i filtri per trovare il locale giusto per te:
– Ristoranti con consegna a domicilio e Ristoranti con servizio di asporto!
Cosa chiedono i ristoratori per il comparto
Non sono poche le lamentele che si sono alzate da più parti dopo l’emanazione del nuovo decreto. Innanzitutto i ristoratori temono che la riapertura così tardiva dei ristoranti possa essere il colpo di grazie per un settore già messo duramente alla prova dopo questi due mesi di chiusura forzata.
Molti locali si dicono già pronti a ripartire, essendo già attrezzati per rispettare tutte le misure di sicurezza obbligatorie. Inoltre c’è molto malcontento per i provvedimenti a macchia di leopardo che i singoli governatori regionali stanno pubblicando e che creano una grande disparità nel settore.
Ad esempio in Campania già dal 27 aprile è possibile ordinare da asporto in tutti i locali e in Calabria è stato dato il via libera all’apertura al pubblico per tutti quei bari e ristoranti che possono allestire le sale all’aperto.
Insomma, la confusione regna ancora un po incerta e non sono pochi gli imprenditori del settore che si dicono convinti che da qui al primo giugno potranno ancora cambiare le carte in tavola con l’apertura di nuovi scenari strettamente legati al numero dei contagi.